Credo che i Nazgul siano, tra tutti i personaggi “negativi” dell’epopea tolkieniana, quelli che sono ricordati maggiormente dal grande pubblico. I mantelli neri, il viso invisibile, le loro cavalcature simili a un piccolo drago…sono dettagli che spaventano e perciò affascinano sia lo spettatore che, naturalmente, il lettore. Nonostante le storie fantasy e gotiche siano colme di fantasmi e spettri più o meno terrorizzanti, trovo che la caratterizzazione dei Nazgul sia molto originale all’interno della vasta famiglia degli “ectoplasmi” letterari. Confesso che, sin dalla mia prima visione del film d’animazione di Ralph Bakshi del 1978 (sul quale tornerò con un articolo specifico), rimasi colpito da queste creature, così letali e allo stesso tempo misteriose.
Credo, infatti, che ogni buon tolkieniano si sia posto, almeno una volta, la seguente domanda: «Chi sono i Nazgul?»
Purtroppo Tolkien non è in grado di raccontarci molti dettagli sulle biografie di questi esseri. Può essere che, alla base di questa decisione, ci sia stata la scelta di non attribuire troppa importanza a esseri che erano stati totalmente corrotti dal Male: una sorta di damnatio memoriae letteraria. Qualcosa che Gandalf, nel secondo film dell’Hobbit, avrebbe riassunto sinteticamente rispondendo in questi termini alla (legittima) domanda di Radagast sull’identità di chi fosse sepolto nelle Alte Colline: «Se un nome l’aveva, è stato dimenticato. Sarebbe stato ricordato solo come uno dei Nove».
In mancanza di certezze da parte dell’Autore, naturalmente ogni teoria è ben accetta. Gli unici elementi affidabili che possiamo ricavare dalla sterminata produzione letteraria del Professore sono i seguenti:
1) I Nazgul compaiono per la prima volta nell’anno 2251 della Seconda Era;
2) Tre di loro erano stati in vita nobili di alto lignaggio di Numenor; tutti loro, comunque, erano stati grandi maghi, sovrani, condottieri che avevano però ceduto alle lusinghe di Sauron;
3) Il secondo tra i Nazgul aveva nome Khamul, l’Ombra dell’Est (chiaro riferimento a un sovrano degli Esterling).
4) Hanno un corpo, ma non è visibile se non in particolari condizioni: Tolkien ci lascia una descrizione molto precisa dell’attacco di Merry al Re Stregone: «la spada l’aveva trafitto alle spalle, squarciando il nero manto e la cotta di maglia, e colpendo il tendine del suo possente ginocchio» (Sda, Il Ritorno del Re, pp. 135-136);
5) Temono gli elfi e le acque profonde.
Tutto il resto sono congetture, più o meno ben sviluppate, come vedremo. Non siamo neppure del tutto certi che fossero solo uomini: la nota poesia che apre il Signore degli Anelli declina sempre al maschile i portatori; e se non sapessimo già che Galadriel aveva un anello elfico, potremmo pensare che tutti loro fossero di sesso maschile (e dunque sbaglieremmo).
Il capitolo «La caccia all’Anello» dei “Racconti incompiuti” presenta un quadro per certi versi inedito dei Nazgul, sottolineando una serie di differenze esistenti fra il Re degli Stregoni e gli altri otto Nazgul. Sauron, in questa versione, è confuso in merito alla decisione da prendere per dare la caccia all’Unico Anello e, alla fine, decide di ricorrere ai Nazgul, non senza alcune perplessità.
«Era stato riluttante a farlo prima di sapere dove esattamente si trovasse l’Anello, e ciò per vari motivi. I Fantasmi erano di gran lunga i più potenti dei suoi servi e i più adatti a una missione del genere, perché completamente schiavi dei loro Nove Anelli, attualmente in possesso di Sauron; erano del tutto incapaci di agire contro la sua volontà, e anche se uno di essi, persino il Re degli Stregoni loro capitano, avesse messo le mani sull’Unico Anello, l’avrebbe riportato al suo Padrone. Ma erano anche svantaggiati finché non cominciasse la guerra aperta (alla quale Sauron non era ancora pronto). Tutti, tranne il Re degli Stregoni, da soli durante il giorno si perdevano, e tutti, ancora una volta salvo il Re degli Stregoni, temevano l’acqua […] Inoltre, la loro arma principale era il terrore, il quale risultava maggiore quand’erano svestiti e invisibili, e maggiore anche quando fossero tutti assieme» p. 455
Da questa descrizione si ricava l’idea che, nella Terza Era, i Nazgul (come d’altronde il loro Padrone) si fossero indeboliti: non erano in grado di orientarsi durante il giorno (senza la guida del Re Stregone? Oppure di Sauron stesso? In questo punto l’interpretazione del brano è oscura). Inoltre la loro forma invisibile arrecava un terrore senza fine, attenuato quando erano rivestiti di manti e corazze.
Si può ragionevolmente supporre, tuttavia, che questa versione dei Nazgul fosse destinata a essere modificata: i primi incontri fatti da Frodo e dai suoi amici con queste creature avvengono di giorno e spesso (per loro fortuna) si tratta di un solo Spettro dell’Anello. È evidente, dunque, che nell’evoluzione dei Nazgul, Tolkien doveva avere cambiato a un certo punto idea: nel Signore degli Anelli i Nazgul sono in grado di muoversi a loro piacimento; resta però l’ostacolo creato dall’Acqua, che non subisce modifiche rilevanti, come dimostra la decisione del Nazgul di arrestarsi al limitare dell’argine del Brandivino.
Nella Seconda Era, tuttavia, sappiamo per certo che Sauron aveva un corpo ben visibile, del quale peraltro si serviva per essere più accattivante: è logico ritenere, dunque, che sulla scorta di quanto accadeva al loro Padrone, anche i Nazgul potessero mostrare il proprio corpo agli Uomini? Prima di rispondere a questa domanda, consideriamo il brano del SdA nel quale Frodo viene attaccato a Colle Vento dopo essersi messo l’Anello.
Immediatamente le forme divennero chiarissime, benché tutto il resto rimanesse tenebroso e scuro. Egli riusciva a vedere al di sotto dei manti neri […] Nei loro visi bianchi fiammeggiavano occhi penetranti e spietati; sotto le cappe, portavano un abito lungo e grigio, e sui capelli grigi, un elmo d’argento; le loro mani scarne stringevano spade d’acciaio. SdA, La Compagnia dell’Anello, p. 275
Sembra dunque, che agli occhi di Frodo (e anche di Glorfindel che, come spiegherà Gandalf alcune pagine dopo, aveva potere sia sui Visibili che sugli Invisibili), i Nazgul assumano le sembianze di uomini anziani (capelli grigi, mani scarne ecc.) Probabilmente, l’ultima immagine del loro corpo mortale prima di scivolare nelle Ombre (e ancora non possiamo escludere che ci fossero donne fra di loro. Frodo ne vede solo cinque, degli altri quattro non abbiamo alcun tipo di descrizione, neppure sommaria). Dobbiamo dunque dedurre che questo fosse il loro vero aspetto?
Consideriamo un ultimo fattore: Sauron perde la capacità di assumere forma mortale piacevole a vedersi dopo la caduta di Numenor; e se anche i Nazgul avessero subito in qualche modo gli effetti della limitazione imposta al loro Padrone? Se così fosse, ciò significherebbe che negli anni precedenti avrebbero potuto mostrare anche altri aspetti, proprio come il loro padrone, riformando il loro corpo con la loro forza di volontà (e la magia nera, naturalmente). Impossibile, dite? Eppure, è lo stesso Tolkien a spiegare che la lama dei Tumuli di Merry era riuscita ove altre lame meno potenti avevano fallito, ossia rompere «l’incantesimo che permetteva [al Re Stregone] di rimarginare i propri tendini invisibili con la sola forza del volere» SdA, Il Ritorno del Re, p. 139.
Per questa ragione, nei miei racconti, i Nazgul sono in grado di muoversi sia nel mondo dei mortali, che di mostrarsi nella loro forma immortale per atterrire i loro nemici. Una capacità che, come leggerete, li renderà ancora più pericolosi e spietati.
Suggerimenti di lettura:
Khamul, il Secondo, l’Ombra dell’Oriente.
Dwar di Waw, il Terzo, il Signore dei Cani
Indur, la Morte dell’Alba, il Quarto
Akhorahil, il Re Tempesta, il Quinto
Hoarmurath di Dir, il Re del Ghiaccio, il Sesto.