Finalmente è pronta! Dopo avervi mostrato i vari schizzi e bozzetti di Erfea e Miriel nelle scorse settimane (che potete ammirare in questi articoli: I giardini di Armenelos – bozzetto; Erfea & Miriel – bozze figurini; Studi per nuovi ritratti) sono molto emozionato nel presentarvi l’illustrazione completa, opera della bravissima Francesca Anna Schiraldi, avente come soggetti la regina Miriel e il principe Erfea, raffigurati al termine di un drammatico alterco avvenuto all’interno dei giardini di Armenelos. Il momento è doppiamente felice per me perché mi ha permesso di recuperare un voluminoso racconto del quale avevo perso le tracce in questi ultimi anni (eh sì, la memoria inizia a giocare brutti scherzi!) che si adatta perfettamente a descrivere la scena qui raffigurata. Per sapere ove sarà collocato questo «Racconto del Marinaio e dell’infame giuramento» nella linea cronologica biografica di Erfea, vi suggerisco di leggere l’articolo Cronologia della vita di Erfea e dei racconti del Ciclo del Marinaio, che ho provveduto ad aggiornare questo pomeriggio: permettetemi, tuttavia, di anticipare un piccolo brano da questo «racconto ritrovato» – per usare una terminologia famigliare per i lettori di Tolkien – che potrà aiutarvi a comprendere in pieno l’importanza dell’illustrazione che accompagna questo articolo, nonché la bravura dell’artista (per la quale rimando sempre alla sua pagina facebook https://www.facebook.com/HirviSketch/) nel saper descrivere con i pennelli un momento topico del «Ciclo del Marinaio» come quello che vi apprestate a leggere:
«Ella mi guardò, senza pronunciare parola alcuna; eppure, i suoi chiari occhi parvero domandarmi perdono e mi rispose con un antico detto, quali i Numenoreani adoperano in situazioni invero molto gravi: “Una speranza ho dato ai Dunedain, ma non ne ho conservato una per me”. Tacque per qualche istante, infine sospirò e presami la mano così parlò: “Vorreste, dunque, venire meno agli ordini della vostra sovrana? Non mentirmi, Erfea, ché io scorgo nel tuo sguardo il dubbio e il timore che le mie parole hanno suscitato in te; eppure, se la lealtà dei miei comandanti dovesse venire meno, io perirei e altri avrebbero da patire sofferenze immani”.
Io la osservai, freddo, ché, sebbene il mio cuore sanguinasse copiosamente, pure non potevo ignorare quanto le sue parole avessero, inutilmente, tentato di occultare: “Vaneggi, Miriel, se credi che la nostra lealtà nei confronti di Numenor sia venuta meno; sappi, tuttavia, che ad essa solo risponderemo, quando sarà giunta l’ora e a nessun’altra”. Ella, allora, lasciò cadere la mia mano ed il suo animo diventò gelido: “Va’, figlio di Gilnar e possa la tua lealtà non venire meno quando giungerà l’ora”.»