ROP – Rings Of Power – no spoiler – La regola di San Virgilio non sbaglia mai…

(ora ditemi che non avete letto il sottotitolo canticchiando sulle note del celebre tormentone degli 883, “La regola dell’amico non sbaglia mai”…)

Ero indeciso se commentare o meno la prima stagione della costosa serie Amazon “Rings of Power”…poi, dopo aver scambiato un paio di osservazioni con Federico Aviano, ho deciso dire anche io la mia. Premetto che cercherò di essere molto ironico nella mia disamina…come ho scritto in altra sede, «se qualcuno compra, qualcuno cede e, immagino, a suo vantaggio». Detto in altri termini, è giusto e doveroso che il pubblico critichi con obiettività i punti deboli di questa serie, ma non dimentichiamo che si è trattata di un’operazione perfettamente legale. L’ente che tutela i diritti di Tolkien ha deciso di cedere i diritti delle Appendici (tornerò in seguito su questo aspetto), perché “pecunia non olet”, cioè il denaro non puzza e la pubblicità che ne è derivata per i volumi del creatore della Terra di Mezzo non sarà stata certo trascurabile, tutt’altro.

Quindi, tutti felici, dunque?

Uhm, le cose sono un po’ più complicate di così…

Iniziamo!

Dunque, il santo citato nel sottotitolo non è Virgilio di Arles, vissuto tra V e VI secolo d.C., né l’altro venerato dalla Chiesa cattolica, San Virgilio di Salisburgo, attivo nell’ottavo secolo dell’era volgare. Mi riferisco, invece, a Publio Virgilio Marone, l’autore del poema epico Eneide, vissuto a Roma nel I secolo a.C. alla corte del primo imperatore Augusto. Chi ha frequentato i licei avrà forse capito ciò che sto per scrivere…per tutti gli altri e per chi vuole rinfrescarsi la memoria, dirò brevemente che è diventato celebre per aver scritto la prima fan-fiction della storia e, per questa ragione, è degno di essere considerato come il protettore di tutti quei nerd (me incluso) che si dedicano alla scrittura di racconti ispirati a questa o a quell’altra opera.

Pensate che scherzi? Nient’affatto!

Riflettiamoci: Virgilio voleva scrivere un’opera nella quale esaltare il lignaggio di Augusto, facendolo risalire a un personaggio di un mito che fosse particolarmente noto nel bacino del Mediterraneo, costituito dal ciclo di racconti e poemi ambientati ai tempi della Guerra di Troia. Pensa che ti ripensa, decise di orientare la propria scelta a favore di un protagonista secondario di questa materia letteraria…un principe troiano non disprezzabile (era pur sempre figlio di Afrodite, mica male!) che risulta essere uno dei superstiti dell’attacco finale mosso dagli Achei alla città dell’Asia Minore (quello con il celebre cavallo, per intenderci). È un personaggio del quale Omero (o chi per lui) non si occupa più, quindi va benissimo agli scopi di Virgilio per quattro ragioni:

  1. Si tratta di un personaggio conosciuto dal pubblico colto romano e greco, pur senza essere paragonabile in quanto a notorietà ad altri celebri eroi (Odisseo, Agamennone, per non parlare poi del più famoso di tutti, Achille);
  2. Si tratta di un personaggio che ad un certo punto è stato mollato da Omero, perciò nessuno si sarebbe scandalizzato di ritrovarselo vivo da qualche altra parte;
  3. I romani avevano già delle leggende e dei miti relativi alla nascita della loro città (Romolo e Remo, la lupa ecc.) che associavano vagamente l’origine della loro stirpe alla dea Venere e, probabilmente, allo stesso Enea;
  4. Aggiungete, dulcis in fundo, che all’epoca non esistevano i diritti d’autore…

…e insomma capirete il perché del successo di questo poema, poi recuperato anche in chiave cristiana, tra gli altri, da Dante (ricordate chi è inizialmente la sua guida?), ma questa, come si suol dire, è un’altra storia…

Torniamo a Rings of Power che, per comodità mia e vostra, chiameremo d’ora in avanti ROP. Perché questa lunga (e spero, non troppo noiosa) premessa sul buon Virgilio? Perché, secondo me, ha introdotto quelle che possono essere considerate le 4 regole per scrivere fan-fiction e, la serie ROP, lo è a tutti gli effetti.

La prima regola fondamentale per scrivere racconti ispirati ad altre opere, riguarda la necessità di ispirarsi a un personaggio reale, ma secondario del mondo di riferimento per farne il proprio protagonista.

Perché questa regola è così importante, tanto da attribuirle la posizione primaria?
Perché permette allo scrittore di turno di non doversi confrontare con un personaggio importante, con alle spalle una lunga storia, complesso per definizione…se aggiungiamo che virtualmente è immortale…

Insomma, credo che avrete capito dove conduce il mio ragionamento…esatto, proprio a lei, l’elfa Galadriel. Questo personaggio, a mio modesto modo di vedere, sarebbe dovuto restare sullo sfondo…una specie di guest-star che gli sceneggiatori avrebbero dovuto adoperare con moderazione, magari per sottolineare i punti salienti o drammatici della storia (per esempio, in una discussione relativa al destino degli Anelli una volta scoperto l’inganno di Sauron).

Purtroppo, invece, le cose non sono andate così: Galadriel è diventata una dei personaggi principali di ROP, stravolgendone completamente il carattere. Non è e non può essere assolutamente una scusante il fatto che i diritti acquisiti da Amazon siano limitati alle Appendici del Signore degli Anelli: in nessuna riga di queste pagine Galadriel si trasforma in un cacciatore ossessionato da Sauron! Sarebbe stato preferibile prendere un personaggio poco noto come protagonista: per gli elfi il mio preferito sarebbe stato Gil-Galad, che assisterà a tutti gli eventi che vedremo nelle cinque stagioni. Si tratta di un sovrano degno di rispetto e magnanimo, malinconico e saggio, sul quale Tolkien ha scritto davvero poco: avrebbe potuto impersonare «l’Enea» di ROP. Chissà come sarebbe andata diversamente…ad ogni modo mi sembra una buona idea.

Veniamo alla seconda regola: il rispetto della linea temporale imposta dall’autore di riferimento…che sia la Rowling, Tolkien od Omero la sostanza non cambia: non puoi stravolgere eccessivamente eventi che si svolgono a lunga distanza l’uno dall’altro. Certamente in questo Virgilio fu favorito: Omero, infatti, non offrì mai delle coordinate temporali precise rispetto alla sua epoca nelle quali ambientare l’Iliade e l’Odissea…tuttavia, come forse qualcuno di voi ricorderà, le tappe toccate da Enea verso le coste del Lazio si sovrappongono in parte con quelle di Odisseo: sarà proprio per questa ragione, infatti, che Enea incontrerà un uomo dell’equipaggio del re di Itaca, lasciato in Sicilia dopo lo scontro con Polifemo, che decide di fuggire con lui in Italia. Come vedete, Virgilio è stato attento a non sovrapporre temporalmente i due viaggi: l’uno si sussegue a breve distanza dal primo, certamente, ma senza evitare un cross-over che avrebbe messo in difficoltà il lettore, il quale non avrebbe potuto fare a meno di rivolgersi questa domanda: «Come mai Enea incontra Odisseo nell’Eneide se Omero non ne parla?».

In ROP, invece, tutta la dimensione cronologica è stata alterata profondamente. Beninteso, non è possibile mostrare sullo schermo 25 sovrani numenoreani con mogli e prole annesse. Senza dubbio, ne sortirebbe, in caso contrario, una confusione estrema, soprattutto per lo spettatore non avvezzo alla materia – perché sì, è bene ricordarlo ogni tanto, solitamente le serie Tv – soprattutto quelle con più stagioni, come dovrebbe essere ROP – tendenzialmente si rivolgono a un pubblico generalizzato, che non è tenuto ad essere già a conoscenza di tutti i riferimenti al canone di un’opera. Fatta questa doverosa promessa, non puoi iniziare la serie con Miriel e Pharazon perché – mega spoiler – saranno gli ultimi re di Numenor, dopodiché l’isola affonderà. Non puoi inserire perciò altri sovrani dopo la loro morte, anche perché abbiamo visto in uno degli episodi Miriel sognare l‘onda che distruggerà la sua isola, quindi siamo ragionevolmente sicuri che questo evento si svolgerà durante la sua esistenza. A parer mio, per dare un senso logico alla storia, sarebbe stato sufficiente inserire i seguenti 5 sovrani (non considero il primo, Elros, perché non c’entra nulla con gli eventi trattati e gli sceneggiatori di ROP, giustamente, hanno ritenuto opportuno citarlo solamente in paio di passaggi, più che altro per evidenziare il legame tra lui e suo fratello Elrond).

I sovrani in questione sarebbero: 1) Tar Minastir, che aiutò i Noldor contro Sauron in una grandiosa battaglia che salvò letteramente la Terra di Mezzo dalla distruzione…pensate che in quel momento Sauron aveva l’Unico al dito, era la creatura più potente del mondo, ma i Numenoreani riuscirono a batterlo…altro che i 500 cavalieri inviati da Miriel per sostenere gli Uomini del Sud….Eventualmente, poteva essere fuso con Tar-Aldarion, vissuto qualche secolo prima, ma importante nella trama per capire come mai i Numenoreani dopo un lungo periodo di disinteresse, iniziarono a volgere il loro sguardo alla Terra di Mezzo. 2) Tar-Atanamir il Grande, colui che diede vita alla grande divisione tra i Fedeli (come Elendil) e gli Uomini del Re (come Pharazon); 3) Ar-Adunakor, che fu il primo a rinnegare in modo palese la lealtà verso i Valar e gli Elfi (tenete conto che il suo nome nella lingua di Numenor significa “Signore dell’Occidente”, un titolo che era prerogativa di Manwe, il più potente dei Valar); 4) Tar Palantir, colui che provò a ricucire l’alleanza tra Elfi e Uomini e, naturalmente, 5) Ar-Pharazon e sua moglie Miriel (eh lo so, è un mega spoiler!).

In questo modo la forgiatura degli Anelli – che, nonostante il titolo della serie, ancora non si intravede – avrebbe potuto essere spostata al regno di Tar Minastir, provocando così il suo intervento a favore degli Elfi minacciati da Sauron e così via…Come vedete, pur contravvenendo in parte alla seconda regola, ho cercato di riassumere la storia di Numenor e, più in generale, della Terra di Mezzo, avendo cura, tuttavia, di evidenziare tre elementi, che mi rimettono, per così dire, sulla retta via: A) la longevità della Seconda Era. Ragazzi, questa epoca dura circa 3440 anni…e gli sceneggiatori hanno deciso di riassumerla in due secoli...come preparare la maturità con un bignami, insomma!); B) Il succedersi dei sovrani di Numenor con il progressivo allontanamento dagli elfi sino alla loro distruzione finale; C) la forgiatura degli Anelli, in questo modo, l’avremmo vista nella Prima serie, cosa che, a meno di improbabili colpi di scena (nel momento in cui scrivo mancano 2 puntate alla conclusione della stagione) vedremo successivamente.

Ricordiamo a tutti i gentili lettori e lettrici che si tratta di una serie su più stagioni: a differenza di un singolo film, dunque, non c’è nulla di male ad inserire anche personaggi che successivamente moriranno. Per fare un esempio pratico: Peter Jackson scelse di alterare la dimensione temporale del Signore degli Anelli sostenendo che dopo la morte di Isildur la linea dei re fu spezzata…in realtà non è così (per darvi un’idea, ci furono 25 sovrani dopo Isildur e altri 15 capitani dei Raminghi prima di Aragorn…), ma è anche vero che non c’era il tempo di inserirli tutti. D’accordo, un personaggio come Gandalf avrebbe potuto accennare brevemente ai tanti sovrani esistiti prima di Aragorn…ma in fondo, avrebbe fatto differenza? No: l’importante, per lo spettatore neofito, è capire che Isildur non è il padre (e nemmeno il nonno se è per questo) di Aragorn e che sono passati tanti secoli da allora.

Terza regola: definire un target preciso della serie e lavorare su quello. Nel corso del quarto libro dell’Eneide, quando Enea arriva a Cartagine e conosce la regina Didone, il principe troiano le racconta la fine della Guerra di Troia con tanto di inganno del cavallo: il lettore, tuttavia, riesce agilmente a seguire la vicenda, nonostante il lungo flash-back, sia perché si tratta di un argomento abbastanza noto, sia perché non altera il dipanarsi della storia principale. Nella prima stagione di ROP, invece, i fili narrativi sono decisamente troppi: per quanto l’identità di Meteor Man, l’uomo caduto dal cielo, mi incuriosisce, avrei fatto a meno di questi protohobbit. Non mi dicono nulla e non aggiungono nulla alla trama. Un omaggio alla trilogia di Jackson? Un modo per consentire a chi identifica la Terra di Mezzo con gli Hobbit di trovare conferma a questa sua visione? Non saprei: non ho gli elementi per giudicare. Mi chiedo, ma forse la mia è solo malizia, se l’obiettivo iniziale dei produttori di ROP fosse quello di avere i diritti sul Signore degli Anelli e creare una serie sul più famoso romanzo di Tolkien…forse la richiesta è stata tanto esosa da essere giudicata infattibile dalla controparte? Chissà: la mia, naturalmente, costituisce solo una riflessione oziosa…

Resta però vero che ci sono troppi fili narrativi aperti, che, inevitabilmente, attirano le critiche di chi conosce la fonte a cui attingono e si chiede perché darsi da fare per acquisire i diritti sulle appendici – fra le quali c’è anche quella degli Annali della Terra di Mezzo – per distaccarsene profondamente nello sviluppo della trama. Per non parlare poi di eventi che non c’entrano nulla, neppure lontamente, con la Seconda era, come, ad esempio, il (probabile) risveglio del Balrog di Moria che all’epoca se ne stava buono buono nelle profondità delle miniere. Ne uscirà una scena spettacolare, senza dubbio, ma…a che pro? Boh…

Eviterò di dilungarmi su aspetti davvero folli…come la creazione di Mordor in 24h tutto compreso attivando un intelligente sistema di esplosione vulcanica con conseguente sopravvivenza di Galadriel & Co. al flusso piroclastico. Sapete, fa male, molto male esserne investiti. Chiedere agli abitanti di Pompei ed Ercolano per averne conferma.

Voglio chiudere con un’ultima annotazione: molti sostenitori della serie la difendono accusando i detrattori di non rispettere la sospensione dell’incredulità che si dovrebbe avere davanti a un movie. Permettetemi di dissentire con un pratico esempio: qualcuno di voi, da bambino, ha per caso visto la riduzione cinematografica del Viaggio al centro della Terra diretto da Henry Levin nel 1959? Beh se siete troppo giovani (ahimè) per averla mai vista, provate a cercarla su you tube…vedrete dei dinosauri che…”scansati Spielberg”. Questa osservazione ironica, naturalmente, vale però per la nostra generazione, che ha assistito negli ultimi decenni a un progresso senza pari degli effetti speciali, anche grazie all’ausilio della computer graphic ecc…è piuttosto chiaro, invece, che per i nostri genitori o nonni le creature viste nel film di oltre 60 anni fa apparivano convincenti…sapevano, naturalmente, che si trattava di un effetto speciale, e tuttavia ne riconoscevano la bontà.

Nessuno può impedirci di contestare azioni che sembrano folli: ricordate che, nelle Due Torri, Legolas sale in corsa al suo cavallo alterando qualsiasi principio della fisica? Benissimo: personalmente non mi è mai piaciuta. Così come non ho apprezzato altre “americanate” che si trovano qua e là nelle due trilogie cinematografiche di Jackson (chi può mai dimenticare Denethor versione “torcia umana” che però riesce a fare i cento metri prima di buttarsi giù dalla terrazza?), non posso restare indifferente di fronte a quello che fa Galadriel per schivare una freccia! Va bene che gli Elfi erano leggiadri, acrobatici e al stesso tempo fortissimi, ma qui si esagera…e francamente, non se ne vede la necessità, soprattutto quando tu sceneggiatore disponi di una storia fantastica come quella della Seconda Era, che non ha bisogno di essere “abbellita” per avere successo.

Concludo questo lunghissimo post: la serie resta godibile soprattutto per chi non ha una conoscenza approfondita del materiale tolkeniano e, giustamente, non sa cosa è stato cambiato e in che misura è avvenuto il cambiamento; molto belle le scenografie e alcuni dettagli delle diverse culture materiali: gli ornamenti di Tar-Miriel, per esempio, ispirati all’arte orafa tardo antica sono davvero raffinati, assomigliano a quelli dell’imperatrici Teodosia, moglie di Giustiniano il Grande. Ininfluente per me la questione etnica: Arondir, per dirne una, è di gran lunga migliore rispetto all’interpretazione di Galadriel. Idem anche per Sadoc, il saggio protohobbit. A livello fisico, invece, mi convincono davvero poco sia Pharazon che Miriel: il primo, perché non ha l’aspetto del grande condottiero che avrebbe dovuto avere, ma sembra soprattutto un manovratore di folle, un politico consumato (la frase: gli elfi ci rubano il lavoro è semplicemente ridicola)…la seconda perché mi sembra un’eccessiva forzatura quella di avere una regina nera quando i Numenoreani di quell’epoca erano, per la maggior parte, palesemente xenofobi…non avrebbero accettato mai una sovrana di un’etnia diversa dalla loro. Ne parlo anche qui: Perché Miriel è bionda? Fisionomia dei Numenoreani

Ringrazio Federico per avermi dato l’ispirazione per un nuovo, chilometrico, post…e auguro a tutti una buona visione degli ultimi due episodi di ROP, concludendo con un monito rivolto ad entrambe le fazioni, sostenitori e detrattori: non prendetevela troppo se la serie non vi piace ovvero se non riuscite a farla apprezzare da chi la trova mal riuscita…e ricordate che essere aggressivi (sui social ne ho lette tante di offese, purtroppo) non vi aiuterà a convincere l’altra parte della bontà delle vostre asserzioni.