Quando scrissi Il Ciclo del Marinaio, avrei voluto inserirvi un’appendice contenente una serie di appunti – scritti in tempi diversi, ma coerenti almeno sotto il punto di vista contenutistico – che avrebbero descritto la geopolitica numenoreana all’epoca di Erfea. Non riuscendo, per varie ragioni, a completare questa appendice, ho deciso di riprendere in questa sede almeno una parte di quel materiale inedito per aiutare le mie lettrici e lettori a orientarsi all’interno di un capitolo sconosciuto, ma affascinante, della storia numenoreana. Per un approfondimento, consiglio la lettura della storia di Aldarion ed Erendis, scritta da Tolkien e contenuta nel volume Racconti Incompiuti: alcuni elementi affrontati in questo articolo e nei prossimi che pubblicherò inerenti questo tema, infatti, provengono proprio dagli scarni accenni presentati in quelle pagine in merito al funzionamento del governo numenoreano.
In primo luogo è necessaria una premessa. Al principio della sua storia, il regno di Numenor fu una monarchia assoluta all’interno della quale, tuttavia, il governo del sovrano era mitigato dall’azione di un Consiglio dello Scettro composto dai membri più importanti delle famiglie nobili di Numenor. Non conosciamo molto di queste stirpi: a parte, infatti, quella di Andunie – che discendeva in linea diretta dal primogenito di Elros Tar Minyatur, primo re di Numenor – delle altre sappiamo davvero poco. Per fronteggiare questa mancanza di dati, ho deciso di dare vita a una serie di linee principesche che discendevano dagli altri figli di Elros Tar-Minyatur, secondo questo ordine che vi presento in basso:
1) Casata reale. Vardamir Nolimon, primogenito di Elros, dette vita alla stirpe dei sovrani di Numenor. Dopo alcune generazioni, tuttavia, questa linea regale si scisse in due famiglie principesche: una, che aveva la sua progenetrice nella principessa Silmarien, primogenita del quarto re di Numenor (vi suggerisco, a questo proposito, di leggere questo bellissimo articolo scritto da Lettrice: https://soloperdirelamia.wordpress.com/2019/08/29/silmarien-e-miriel-regine-che-hanno-perso-il-trono/), che fondò la casata di Andunie (vedi sotto) e l’altra che proseguì sino all’ultima coppia di sovrani, Ar-Pharazon il Dorato e sua moglie (nonché cugina di prima grado) Ar-Zimpharel (o Miriel, se preferite, come me, il suo nome elfico). Il simbolo di questa casata era lo stendardo numenoreano, lo stesso che potete notare nei miei commenti e al centro della pagina di apertura di questo blog. Una linea cadetta della casata reale portò a due funesti frutti: il primo dei Nazgul, Er-Murazor, era il secondogenito di un sovrano numenoreano; suo cugino era il terzo nazgul di origine numenoreana, Akhorahil. Se siete interessati alle biografie di questi Nazgul, vi consiglio la lettura di questi articoli: Er-Murazor, il Primo dei Nove e Akhorahil, il Re Tempesta, il Quinto.
2) Casata di Tindomiel. Seconda figlia di Elros, dette vita alla stirpe dei principi di Forostar. Costoro divennero, in seguito, tra i principali sostenitori della fazione nazionalista di Numenor, ostile agli Elfi e ai Valar. Adunaphel l’Incantatrice, la Settima fra i Nazgul, discendeva da questa famiglia principesca (per saperne di più, vi suggerisco la lettura di questo articolo: Adunaphel l’Incantatrice. La Settima). Tale linea, a sua volta, si scisse alla metà della Seconda Era, dando vita alla casata dei principi dello Hyarnustar (vedi sotto), anche questa fervente sostenitrice dei Numenoreani nazionalisti. Khorazid e Antenora, che presero parte al complotto organizzato da Ar-Pharazon per prendere lo scettro, furono gli ultimi rappresentanti noti di questa casata. Il simbolo di questa casata era una luna calante argentata su sfondo blu; questo stendardo, modificato in parte, fu adottato da Adunaphel come suo vessillo da guerra, sostituendo il colore blu con quello rosso.
3) Casata di Manwendil. Terzo figlio di Elros, fu il capostipite della stirpe dei principi di Orrostar. Anche questa linea, come la precedente, in seguito divenne accesa sostenitrice degli «Uomini del Re», come erano chiamati i Numenoreani nazionalisti. Azaran, principe dell’Orrostar, fu uno dei nobili che presero parte al complotto promosso da Ar-Pharazon per rovesciare Miriel; egli era considerato eccezionalmente ricco dai suoi contemporanei, tuttavia il suo oro non lo aiutò a scampare alla morte, avvenuta per effetto dell’incendio della sua dimora, appiccato, sembra, ad opera dei servi del nazgul Akhorahil. Il simbolo di questa casata rappresentava un’ala di gabbiano su sfondo giallo.
4) Casata di Atanalcar. Quarto e ultimo figlio di Elros, fu il principe della regione di Numenor nota con il nome di Hyarrostar. Dopo di lui vi furono 24 principi, fra i quali i più famosi furono il grande ammiraglio Cyritur, che salvò la Terra di Mezzo dall’annientamento durante la prima guerra condotta dai Numenoreani contro Sauron, combattuta nell’anno 1700 della Seconda Era e, naturalmente, Erfea, che fu anche l’ultimo principe di Hyarrostar. Cyritur ebbe due figli: il maggiore continuò il lignaggio della stirpe paterna, mentre il più giovane ricevette dal sovrano il feudo su un’altra regione di Numenor, dando vita alla stirpe dei principi di Mittalmar (vedi sotto). Il simbolo di questa casata era una rosa bianca impressa su uno scudo araldico per metà nero e per metà azzurro.
5) Casata di Andunie: fondata da Silmarien e da suo marito, Elatan di Andunie, questa stirpe principesca reale governò il feudo di Andunie, la regione più occidentale di Numenor, all’interno della quale la maggior parte della popolazione restò legata all’amicizia con gli Elfi – che spesso approdavano su quelle spiagge – e con i Valar. Attraverso i secoli, dalla casata di Andunie emersero Uomini e Donne di grande valore e statura morale: basti pensare a Elendil e ai suoi figli, Isildur e Anarion; o ancora, per restare alle vicende de Il ciclo del Marinaio, a Nimrilien, moglie di Gilnar e perciò madre di Erfea. Da Isildur, attraverso molte generazioni, si giunge infine ad Aragorn e agli eventi raccontati ne Il Signore degli Anelli. Il simbolo di questa casata, prima dell’inabissamento di Numenor, era un delfino bianco su sfondo argentato, contornato da sette stelle e sette palantiri; successivamente assunse i più noti colori neri e argentati, ponendo al centro del proprio vessillo l’Albero Bianco.
6) Casata di Mittalmar: fondata dal secondogenito del grande ammiraglio Cirytur nel XVIII secolo della Seconda Era, questa casata ricevette in feudo dal sovrano una delle regioni centrali e più popolose di Numenor, il Mittalmar. La scelta di attribuire un feudo così importante a una linea cadetta, se pure di origine regale, non deve sorprendere: il sovrano aveva contratto un grande debito nei confronti di Cyritur, perché costui aveva trionfato sulle armate di Sauron, che era ormai giunto sul punto di conquistare tutta la Terra di Mezzo, salvo poche ridotte. I principi di Mittalmar, tuttavia, non furono mai compresi nel «Consiglio dello Scettro», proprio perché la loro linea non era considerata di primaria importanza. Negli ultimi secoli della Seconda Era questa casata si indebolì progressivamente; gli ultimi eredi furono tre principi ambiziosi e di belle speranze: Arthol (coetaneo di Erfea); Gilmor, sua sorella, nata dieci anni più tardi del fratello e, infine, il loro cugino più anziano Brethil, anch’egli molto amico del principe dello Hyarrostar. Oberati dai debiti e prossimi ormai al tracollo finanziario, i due fratelli organizzarono una congiura per uccidere l’erede al trono di Numenor, la giovane Miriel, e prendere così il potere in modo violento. A questo tentato Colpo di Stato non furono estranei neppure i Nazgul di origine numenoreana. Ad ogni modo, grazie alle rivelazioni di Erfea, che aveva scoperto causalmente il complotto, Arthol e Gilmor furono puniti con la pena capitale, mentre Brethil, che si rivelò estraneo alla congiura, fu risparmiato. Da quel momento in poi, tuttavia, memore della parte che la casata dei principi di Mittalmar aveva avuto nel tramare contro la sua persona, Miriel diffidò profondamente di Brethil, osteggiandolo apertamente ogni qual volta le era possibile, giungendo, alla fine del suo breve regno, a privare il principe di ogni carica. Brethil morì poco dopo l’ascesa al trono di Ar-Pharazon e con la sua scomparsa la casata di Mittalmar cessò di esistere. Il simbolo di questa casata era la spada di Cirytur impressa su uno sfondo verde.
7) Casata dello Hyarnustar: fondata da un membro cadetto della casata di Tindomiel, questa casata ottenne un grande feudo corrispondente alla parte sud-occidentale di Numenor, chiamato con il nome di Hyarnustar. Questa casata fu sempre in competizione con quella di Andunie per il possesso del porto di Eldalonde, che si trovava a metà tra i due feudi; ben presto la rivalità commerciale si tramutò in una contrapposizione politica, che vide i principi dello Hyarnustar militare nel partito nazionalista numenoreano. L’ultimo principe noto di questa casata fu Dokhor, un avido e rozzo guerriero che prese parte al complotto ordito da Ar-Pharazon per rovesciare Miriel. Il simbolo di questa casata era un calice d’oro su sfondo nero.
In questa mappa, tratta da L’Atlante della Terra di Mezzo di Karen W. Fonstad, ho inserito i nomi delle casate e i loro orientamenti politici. Non sono un grafico, però mi auguro che le associazioni geopolitiche risultino abbastanza chiare.
In questo schema, invece, proverò a ricostruire i legami di parentela delle principali famiglie nobiliari dell’Isola dell’Ovest.
Come si evince dallo schema in alto, Erfea e Miriel erano dunque imparentati, seppure alla lontana. Questa parentela rende ancora più incerta la soluzione dell’enigma relativo alla profezia di Manea la Veggente, che ne Il racconto del Marinaio e della Principessa, mise in guardia i genitori della bella principessa numenoreana in merito al triste destino che avrebbe conosciuto qualora avesse stretto vincolo matrimoniale con un Uomo del suo sangue. Naturalmente, si può immaginare che la Veggente alludesse ad Ar-Pharazon, che era cugino di primo grado della donna, ed era dunque più vicino a lei, dal punto di vista «genetico», di quanto non lo fosse Erfea (e questo era anche il parere di Tar-Palantir, padre di Miriel, come avrete modo di scoprire nel racconto al quale mi sto dedicando in questi ultimi tempi); ciò nonostante, permane, come è d’uopo in tutte le profezie, una certa ambiguità di fondo che rende la questione ancora più affascinante e pone una domanda destinata a restare insoluta: cosa sarebbe accaduto se Miriel ed Erfea si fossero sposati? La profezia di Manea avrebbe colpito anche loro? Nessuno lo saprà mai.
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